martedì 17 giugno 2008

A man, a body, a heart


Ci sono cose che non credevo potessero accadere. Situazioni ed esistenze celate nell’assurdità di un giudice sconosciuto. Dolori atroci ed impossibilità strazianti. Condizioni inimmaginabili e fuori dal mondo. Là: dove l’occhio di molti esseri umani non sa posarsi; dove basterebbe una carezza, un abbraccio, un sorriso; dove il sole non tramonta né sorge mai; dove ogni brivido nasconde un significato preciso ed inequivocabile. Sto toccando con mano la parte più velata del mondo. Una verità che non riesco ad assimilare. Vorrei poter lasciare il mio geroglifico ben impresso sui muri della vita. Poter correre come un pazzo sotto la pioggia, non per sfuggirle, no: per prenderne il più possibile. Avere la possibilità di percepire quel fremito unico e raro che si presenta in bilico tra il possedimento ed il piacere. Cogliere il fiore di una disperazione con l’abbraccio più sincero che ho.
Mi sento impotente. Su tutti i fronti. Un uomo che non può essere tale. L’abisso tra il volo pindarico e quello fisico.
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Lo sai che più si invecchia
più affiorano ricordi lontanissimi
come se fosse ieri?
Mi vedo a volte in braccio a mia madre
e sento ancora i teneri commenti di mio padre.
I pranzi, le domeniche dai nonni,
le voglie e le esplosioni irrazionali,
i primi passi, gioie e dispiaceri.
La prima goccia bianca... che spavento
e che piacere strano
e un innamoramento senza senso
per legge naturale a quell'età.
I primi accordi su di un organo da chiesa in sacrestia
ed un dogmatico rispetto verso le istituzioni.
Che cosa resterà di me? Del transito terrestre?
Di tutte le impressioni che ho avuto in questa vita? [...]
(F. Battiato)


“..E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.” (Blade Runner)

giovedì 12 giugno 2008

Off


È quando si entra in conflitto con se stessi e con il mondo che ci avvolge, il momento in cui si pensa a ciò che si era od a ciò che si desidera essere. Mi lascio sfiorare dalle impossibilità, dai buchi neri che mi torcono l’anima. E vedo tutto buio. Come un tunnel infinito, senza uno spiraglio, una via d’uscita. Mi sorprendo a scrutare il cielo come fosse la prima volta. Incredulo mi ascolto sussurrare desideri e preghiere mentre una nuvola si sposta sul sole. Io. Che non ho mai chiesto nulla, che mi sono imposto di farcela da solo, che non credo in una superiorità manipolatrice. Ho pianto in silenzio. Quelle lacrime che mi corrodono il cuore, che faticano ad uscire e non perdonano. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Vedo l’ombra dell’uomo che sono stato, la brutta copia di un capolavoro che avevo costruito in me. Lo vedo cadere, come un castello di carte. Ed io con lui. Vittima e carnefice di me stesso.
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"La Terra gira. Tu non puoi rimanere immobile."

sabato 7 giugno 2008

Tears


Volevo essere un bruco; maturare e divenire farfalla per volare tra i profumi della libertà. Sognavo la vita come una carezza della sera; con un quel brivido intrigante e leggero. Ambivo ad uno sguardo ove sentimento ed unicità potessero fondersi sino a diventare un unico orgasmo sensoriale. Desideravo il desiderio; quella sensazione di piacere mista ad una temporanea impossibilità; creando così una smania maggiore ed una superior soddisfazione nel momento cruciale di possedimento. Cercavo il chiarore della luna; una luce flebile e maledettamente affascinante, riflessa nel bagliore dei suoi occhi. Agognavo allo squisito sapore di un sorriso, stampato sulle labbra ancora umide di un bacio; palpito estremo di un abbraccio.
Ho trovato una strada dissestata, dove il sogno di tutto questo scorre più veloce nelle vene di un uomo stremato dal fato. Lo tiene in piedi. Lo fa vagheggiare. Respirare. Sospirare. E la vita continua...

“Tutto ciò che hai dentro, non potrà essere intaccato se non da te stesso.”