martedì 22 aprile 2008

Sleep of soul

Oggi mi sento svuotato. Mesto. Un po’ avvilito, credo.
Non dovrei, ma, forse, il clima convulso degli ultimi tempi mi sta graffiando l’anima.
È come se avessi pedalato per 200 km, arrivando con letizia al traguardo di una delle tappe previste, lamentandomi, qualche giorno dopo, per dolori ai muscoli.
Credo che il raggiungimento di un obiettivo o la liberazione di sé stessi comportino inoppugnabilmente: un periodo di gestazione, ove si riflette assiduamente; un altro di concretizzazione, ove i pensieri prendono forma ed è necessario rimanere lucidi, imperturbabili e quieti; ed uno di espiazione, ove tutta l’angustia accumulata possa finalmente evacuare. Ciò procura sempre un marasma esasperante al quale sottostare. In questo momento ci sono in mezzo.
Ho attimi di implosione che sembrano durare un’eternità. Altri che vorrei non finissero mai, ma danno l’impressione di eclissarsi senza ch’io abbia il tempo per catturarli.
In alcuni momenti colgo un gran desiderio di piangere; in altri il cuore sembra uscirmi, invasato, dal petto; in altri ancora mi sento al settimo cielo e vorrei non scendere mai. Si chiama crisi. O, almeno, credo. Non so nemmeno dargli una definizione.
Forse sono solo stanco. Ho un gran bisogno di riposare. Mi piacerebbe chiudere a chiave la porta, mettermi a dormire senza che nessuno (o quasi) possa intersecarsi con i miei sogni.
Non posso. La vita non si allontana. Ci si deve tuffare, bella o brutta che sia. Ed io non desidero considerarmi un vigliacco. Probabilmente lo sono già stato, ma ora è tempo di lasciarmi alle spalle gli sbagli.


“C’è un mondo, là fuori, che non ci sa guardare. Non possiamo lamentarci: proviamo a metterci sulla sua angolazione.”

2 commenti:

rompina ha detto...

la crisi e' un momento...il cambiamento mette sempre in crisi, ma se il cambiamento e' finalizzato ad una crescita, ad una presa di responsabilita', allora ben venga la crisi.
tutto passa...ed e' una verita' che ho imparato sulla mia pelle, attimo dopo attimo, esperienza dopo esperienza, crisi dopo crisi.
il bello delle crisi e' che una volta che sono passate e ci si guarda indietro con animo sereno, si e' orgogliosi dei passi fatti, per quanto difficili possano essere stati.
la vita e' questa, ci mette di fronte a situazioni inaspettate, alcune belle, altre meno...bisogna essere dei bravi equilibristi...e, come dici tu, tuffarcisi dentro, lasciando che le emozioni e il dolore ci passino attraverso.
in bocca al lupo.

Angel Of Silence ha detto...

Mi piace molto la tua riflessione. In fondo è vero: se il cambiamento è finalizzato ad una crescita o ad una presa di responsabilità... ben venga. Non ci avevo pensato. Sono troppo preso da alcuni concetti per approfondire tutto il resto e non vedere solamente il lato oscuro delle cose.
Sto cercando di rimanere in equilibrio. E sono positivo: so che ci riuscirò.